Disturbi alimentari: la cura attraverso la mindfulness
La mindfulness è un’attitudine che consente di focalizzare l’attenzione sul momento presente, senza giudizio. In ambito alimentare, si può rivelare un’ottima alleata per contrastare i DCA, i disturbi del comportamento alimentare.
Questo essenzialmente perché la mindfulness aiuta a sviluppare consapevolezza verso ciò i propri stati interiori e le proprie scelte quotidiane. È un modo per rallentare, darsi il tempo di osservare la propria interiorità e riappropriarsi del proprio tempo, delle proprie emozioni. Gestire la propria interiorità significa anche accettare i risvolti negativi della vita senza fargli prendere il sopravvento, e vivere il momento presente ritrovando il piacere di mangiare e stare bene.
Cos’è la mindfulness?
Diamo prima una definizione di mindfulness. È uno stato della mente che consente di vivere il momento presente senza condizionamenti. Gli esercizi di mindfulness consentono di prestare attenzione al qui e ora, con intenzione e senza giudizi verso sensazioni, emozioni, pensieri che affollano la mente.
Lo scopo delle pratiche di mindfulness è quello di portare intenzionalmente l’attenzione al momento presente per qualche minuto. Nel momento in cui si presentano pensieri esterni alla pratica serve intervenire senza giudizio, riportando l’attenzione al momento presente.
Ripetere queste pratiche per qualche settimana aiuta a creare e rafforzare atteggiamenti mentali salutari, che aiutano a riappropriarsi delle proprie sensazioni corporee con serenità e senza subire il peso dei pensieri negativi.
Da più di 30 anni svariati team di ricercatori dimostrano quanto la mindful eating sia efficace per creare abitudini di vita più salutari e mantenerle nel tempo, prevenendo diverse patologie.
Ecco perché oggi sempre più realtà cliniche e ospedaliere si affidano alla mindfulness per fronteggiare i disturbi dell’alimentazione. In particolare, la mindful eating interverrebbe su patologie derivanti da ansia e stress, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata, depressione e disturbi ossessivo-compulsivi.
Mangiare consapevolmente: consigli del nutrizionista
Come si applica la mindful eating? Che benefici apporta alle abitudini di tutti i giorni? Che supporto fornisce per i disturbi alimentari? Per rispondere a questi quesiti, ci affidiamo alle parole del Dottor Giorgio Cuzzola, Nutrizionista a Roma ed istruttore di mindful eating.
Secondo il Dr Cuzzola, una dieta sana ed equilibrata per essere efficace deve essere affiancata anche alla cura della propria mente. Il successo di una dieta, a prescindere dagli obiettivi, dipende infatti dai pensieri che nascono nella mente del paziente e dal modo in cui condizionano le sue giornate.
Così come serve un preciso piano alimentare per raggiungere un obiettivo con il proprio corpo, serve avere cura della propria mente, altrimenti senza la giusta motivazione si rischia di non riuscire a portare avanti il piano.
Se si tende ad avere spesso pensieri depotenzianti come “non sono in grado di portare avanti la dieta”, o “ho sgarrato ancora, non ce la farò mai”, si finisce per creare delle abitudini che limitano le possibilità di successo della dieta.
Il primo passo per praticare la mindful eating è quindi quello di rendersi conto che non siamo ciò che pensiamo.
L’importanza di avere cura dei pensieri nei disturbi alimentari
Per contrastare disturbi quali la bulimia o la fame nervosa, bisogna innanzitutto ritrovare la consapevolezza dei propri stati interni, imparando a portare l’attenzione a ciò che succede all’interno della mente, oltre che al suo esterno come siamo già abituati a fare ogni giorno.
Capita spesso di rifiutare alcuni pensieri ricorrenti anziché osservarli e accettarli senza giudizio, oppure di lasciarsi dominare da emozioni negative che nascono dentro di noi.
In questi casi, se non si è abituati ad ascoltare cosa accade nella propria mente, si può finire per portare avanti abitudini disfunzionali che non fanno bene al corpo e alla mente. Parliamo di episodi che possono sfociare in attacchi di panico o relazioni malsane con il cibo per compensare un vuoto interiore.
Chi soffre di disturbi alimentari può reagire in vari modi tentando di compensare a questa mancanza di consapevolezza dei propri stati interiori.
Alcuni tendono a mangiare troppo cercando rifugio nel cibo e sfociando a volte nel binge eating (quella che chiamiamo comunemente “abbuffata”), altri inseguono un’idea disfunzionale di perfezione estetica continuando a dimagrire, oppure pesano ossessivamente ogni alimento per non sforare una soglia calorica autoimposta.
La mindfulness è un utile aiuto in alcuni di questi casi, guidando il paziente verso un’accettazione delle emozioni e a una riduzione dei livelli di stress che esse possono causare.
I pazienti affetti da DCA che praticano mindfulness possono cosìimparare a non sopprimere le emozioni negative e accettarle. Se un individuo riesce a prendere consapevolezza di ciò che prova, sospendendo il giudizio verso se stesso, può riuscire a sviluppare una maggiore forza per superare il disagio provocato dal disturbo stesso.
Non si tratta né di un intervento miracoloso, né immediato. La mindful eating va praticata quotidianamente e con l’assistenza di un nutrizionista esperto che possa consigliare non solo cosa mangiare, ma anche in che modo. È un percorso con più step che va affrontato poco alla volta, senza fretta e giudizio, d’altronde ogni abitudine richiede perseveranza per il nostro cervello.
Ognuno ha i suoi tempi e le sue modalità. Inoltre, è importante ricordare che per superare i disturbi alimentari è necessario intraprendere un percorso completo che mira a creare abitudini salutari sia per la mente che per il corpo.