A Brescia esiste un parco che…

A Brescia esiste un parco che…

Parco Tarello

Inaugurato nel 2007 è un parco che conta circa dodicimila piante, tra alberi, arbusti e siepi perenni.

Dieci ettari di verde, con piscine e camminamenti.

Collocato i Brescia 2 è circondato da palazzi moderni e strutture dalle linee particolari.  Svetta anche un vecchio gasometro in disuso.

È questa una delle mete preferite da Pestarino Roberto, Fotografo del sud Piemonte, a cui nel suo sito web ha dedicato una pagina apposita.

Son ormai anni che si reca di proposito a Brescia con la sua macchina fotografica vecchia di 12 anni, mai cambiata.

E da almeno 10 anni anni, ogni tanto si reca in quel parco per scoprire angolazioni nuove o giochi di luce ancora misteriosi.

Il viaggio di ore non lo spaventa perché Pestarino è un fotografo di palazzi e architetture fuori dall’ ordinario.

Ma oltre a ricercare sulle strutture geometriche, è un amante del dettaglio architettonico e cerca di sfruttare i piccoli dettagli che spesso sfuggono all’ occhio distratto, o a chi magari passa immerso in tutt’altro genere di pensieri; reinterpretandoli sfruttando luci e ombre presenti sul palazzo in modo da ricreare una visione della struttura solenne e stabile.

Ma esattamente cos’è la fotografia d’architettura?

La fotografia architettonica è un genere fotografico in cui l’enfasi principale viene posta sugli edifici e le strutture architettoniche. La fotografia architettonica mostra o l’esterno o l’interno di una struttura. Diciamo che Pestarino tende a preferire le foto di esterni, infatti sul suo sito son poche le foto d interni e rappresentano tutte scalinate a chiocciola o spiraliformi.

La fotografia di esterni architettonica è intesa come la riproduzione di facciate o strutture complete, sfruttando la luce naturale.

W. Evans o M. Ray si cimentarono nella prima metà del secolo con la fotografia architettonica.

Dopo di loro molti altri  fotografi consegnati alla storia, lo fecero. Probabilmente perché la trasformazione da oggetto tridimensionale in bi dimensionale consente di trasformare una struttura che già di per sé è una composizione artistica o perlomeno un manufatto umano realizzato seguendo linee aspiranti a una sorta di armonia finale.

La trasformazione su piano cartaceo, consente di poter trasformare linee e forme in un qualcosa di nuovo, sfruttando quello che la fotografia offre: la luce, dimensione e lunghezza focale, punto di vista; soprattutto la qualità principe è la capacità del fotografo di instillare una nuova struttura armonica o anche disarmonica ma che comunque sia una interpretazione personale di quella che i passanti definiscono come: “un palazzo” .

Nel caso delle foto del parco Tarello,il risultato spesso è una deformazione, ruotando il piano di visione classico, il palazzo diventa una enorme diagonale di vetro o riflessi colorati.

 Altrove vediamo una struttura vetrosa non definita, dove linee e forme di qualche riflesso lontano si fonde creando nuove forme nel nostro immaginario; vediamo una nuvola in cima alla torre Kennedy che si prende il giallino dell’ alba, altrove è un tetto un poco distorto, ricordante la forma di un disco volante, a svettare sulla parete di un palazzone.

Mai banali o ripetitive son le sue inquadrature di architettura, anche qui i riflessi del sole o le luci notturne giocano ruoli fondamentali, pertanto anche se le strutture son universalmente usate e in particolare queste ben note a chi nel bresciano sfrutta il parco Tarello.

Pertanto possiamo affermare che la ricerca di Pestarino Roberto è sicuramente un qualcosa che parte da un grande impegno e idea creativa, associata a un concetto di uso degli schemi fotografici istintivo.

Una ricerca che ha portato a una mostra di oltre 40 immagini presso il museo nazionale della fotografia in Brescia alcuni anni or sono.

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