Aprire un laboratorio di falegnameria: a quanto ammontano i costi iniziali?

Aprire un laboratorio di falegnameria: a quanto ammontano i costi iniziali?

L’apertura di un laboratorio di falegnameria può senz’altro rivelarsi come un’opzione molto affascinante. Nonostante i tempi che corrono, la lavorazione del legno continua a mantenere intatta la propria importanza. Anzi, forse oggi potrebbe essere ancora più redditizia rispetto al passato. Gli artigiani del settore stanno calando in maniera drastica e chi continua a portare avanti questa nobile arte ha l’opportunità di trarne benefici economici e professionali davvero sorprendenti.

Cosa bisogna fare per avviare un’attività di falegnameria e riuscire a svilupparla in maniera ottimale? Di sicuro, una corretta gestione delle spese può fare la differenza, insieme a un’analisi attenta e approfondita dei fattori di rischio e guadagno potenziali. A ogni modo, bisogna saper partire dal disbrigo delle pratiche burocratiche per pensare di poter far crescere la propria azienda e renderla fulgida in un settore che sta vivendo una sorta di seconda giovinezza.

Come agire sotto l’aspetto burocratico

Per aprire un laboratorio di falegnameria, non ci si può mai dimenticare degli aspetti inerenti alla burocrazia. La procedura da portare avanti è analoga rispetto ad altre imprese artigianali. Si inizia con l’apertura di una partita IVA, da presentare presso l’Agenzia delle Entrate e iscrivere alla Camera di Commercio, inserendola nel Registro delle Imprese. Quindi, si va avanti segnalando la nuova apertura presso Inps e Inail.

Adesso, si avanti con la presentazione della segnalazione di inizio attività presso il proprio Comune operativo, senza la quale il laboratorio di falegnameria non può avviarsi. Una volta monitorato il comparto ambientale e tenuti d’occhio i fattori inerenti alle emissioni e agli scarichi idrici, ci si concentra sul settore acustico. A questo punto, si sceglie la sede giusta e si agisce per ottenere il certificato di prevenzione degli incendi, senza lasciare in secondo piano la fruizione di impianti predisposti a dovere.

Quanto spendere per aprire la falegnameria

Ovviamente, quando si avvia una nuova attività imprenditoriale, il controllo dei costi è fondamentale. Bisogna sapere che un’apertura del genere richiede una base di partenza di almeno 50 mila euro per una piccola impresa. Chi è alla ricerca di un laboratorio ben più sofisticato può anche superare i 200 mila euro con una certa facilità, in base al budget in proprio possesso e alle ambizioni personali.

I profili che hanno intenzione di fornire piccoli prodotti o riparare pezzi danneggiati possono ridurre al minimo gli investimenti, mantenendosi sui 50-80 mila euro. Le spese crescono di pari passo per chiunque voglia creare modelli fatti su misura per il cliente, andando difficilmente al di sotto dei 100 mila euro. Dagli arredi alle case in legno, il campo comprende una lunga di possibili interventi. Per limitare le spese, ci si può affidare alla piattaforma di consulenza fiscale fornita da Fiscozen, una soluzione low cost adatta a ogni falegname che ha intenzione di cimentarsi nel settore e aprire partita IVA.

Laboratorio di falegnameria, fascino e successo

Chi riesce ad aprire e a far crescere un laboratorio di falegnameria ha senz’altro una marcia in più. Tale attività si rivela sempre utile per un’ampia gamma di potenziali clienti e non va lasciata in secondo piano, con margini di guadagno potenziale davvero sorprendenti, talvolta inimmaginabili. Un buon artigiano è sempre molto richiesto ed è ormai una figura rara, in un contesto nel quale i lavori manuali stanno perdendo quota.

Con tali premesse, non resta altro da fare che aprire un’impresa di falegnameria e verificarne i benefici a breve e lungo termine. A poco a poco, le soddisfazioni economiche e pratiche non tardano ad arrivare, con la prospettiva di poter investire per potenziare la propria sede e creare vere e proprie holding.

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